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PRODUZIONI

Suggestive Evasioni

Quattro saranno gli appuntamenti con la raccolta “Suggestive Evasioni” brevi racconti scritti da Daniela Luisa Bonalume nata a Monza nel 1959.

Il suo hobby è la pittura di acquerello e dal pennello alla penna il passo per lei è stato breve.

Ha iniziato a percorrere brillantemente il sentiero della scrittura di racconti e testi teatrali tendenzialmente tragicomico ironici.

Quello che ci propone con la rassegna “Suggestive Evasioni”

è una lettura veloce prendendo a prestito la voce di Bruno Cabassi e la regia di Dario Lacitignola.

Letture intense e dal finale bruciante, quello che non ci si aspetta e che ogni volta sorprende.

Piccole Storie bonsai che concentrano la trama in pochi, avvincenti paragrafi.

Quattro storie da assaporare e ricordare. 

Storie da leggere in un respiro e da ascoltare ad occhi chiusi.

Introduzione di Emanuela Merlo, musiche di Mario Guarnera

Un progetto Teatro Folletti e Folli in collaborazione con il blog Atevitae.it

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                   Bernard                   L'importanza del telefono cellulare                Caccia Grossa                  

                          La signora Palmira                                    Un compleanno indimenticabile                  

IL CASSETTO APERTO

un articolo su : https://artevitae.it/il-cassetto-aperto-artevitae/

"Diario di un Pazzo"

Idea ispirata dal romanzo di Lu Xsun riscritta adattata e

diretta da Peter Speedwell,

con Dario Lacitignola Onofrio Fortunato​.

 

Diario di un Pazzo è tratto da una novella di Lu Xun autore cinese, nato nel 1881 ricevette fin da piccolo una educazione feudale, ma si impegnò anche in letture alternative come storie non ufficiali, ma anche opere di pensatori democratici dallo spirito patriottico, amava anche l'arte folkloristica.

Nel 1893 il nonno venne incarcerato per uno scandalo di corruzione (e successivamente venne impiccato), a causa di questo, la famiglia visse un periodo di isolamento e di disprezzo da parte della società,  da amici e parenti. In aggiunta, poco dopo il padre si ammalò e nel 1896 morì.

Questo periodo di difficoltà influenzò la creatività narrativa e l'indole di Lu Xun. A causa dalla situazione della madre conobbe  l’oppressione del mondo contadino.

Nel 1918 scrisse ‘Diario di un Pazzo’ basato sul racconto di Gogol ma anche indirizzato a rivelare la cultura medioevale della Cina che, secondo lui, stava mangiando la Cina come il cannibalismo. Scriveva con grande ironia e leggerezza prendendo le parti dei più deboli. Fu il primo racconto nella storia della Cinese ad essere scritto utilizzando caratteri colloquiali e non letterari.

Peter Speedwell drammaturgo e regista di questa messa in scena ha adattato questa storia ed ha messo insieme l’umore nero inglese e l’ironia cinese.  Vediamo un uomo spezzato dalla paura a cui tutti vogliono far del male. E lui ne trova conferma da fonti sorprendenti.

Le cose non stanno andando bene per Pietro. Quando va in paese tutti lo guardano con una strana luce negli occhi,  bisbigliano, sogghignano alle sue spalle. E’ possibile che stanno pianificando qualcosa contro di lui? Suo fratello lo rinchiude per proteggerlo ma lui si sente come un’ oca nella stia. E’ possibile che anche lui è coinvolto nel complotto? Suo fratello chiama un dottore che controlla il peso di Pietro e gli tocca il collo. Perché? E’ possibile che lo vogliono impiccare? Certamente, lo vogliono uccidere. Ma, se questo è vero, perché tutti gli sorridono come se gli volessero bene? Dopo la visita di un prete tutto diventa ……… chiaro. Lo vogliono mangiare! E perché non? Sono religiosi, mangiano la carne e bevono il sangue di Cristo ogni domenica. E lui è il nuovo sacrificio.

Due attori, Dario Lacitignola e Onofrio Fortunato, rappresentano il personaggio diviso di Pietro e con semplice cambio di cappello rappresentano anche gli altri personaggi. A volte triste, a volte farsesco, questo spettacolo svela l’aggressività sotto la maschera di civilizzazione e ci pone la domanda. Il protagonista è pazzo o vede più chiaramente degli altri?

La compagnia “Folletti e Folli” è un idea di Dario Lacitignola Onofrio Fortunato e Peter Speedwell nata dalla comune passione per il teatro e la voglia di mettersi in discussione ognuno con il proprio bagaglio di esperienza ma con un unico obbiettivo sorprendersi e sorprendere.

- In queste poche pagine di racconto colui che scrive il diario rivela subito anche se indirettamente le proprie paranoie. Dagli sguardi di disapprovazione della gente deduce che il mondo stia complottando contro di lui, e arriva a questa conclusione anche attraverso particolari che probabilmente percepisce alterati per colpa della sua malattia.

Partendo da queste supposizioni il pazzo crea nella sua mente una rete di collegamenti che lo portano a scoprire un complotto immaginario: "Tutti vogliono carne umana e tutti temono al tempo stesso di essere divorati dagli altri.." In realtà con questa metafora del cannibalismo Lu Xun vuole denunciare i valori fittizi della società del suo tempo che "divorano l'individualità delle persone". 

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Diario di un pazzo folletti e folli Ostuni

SCHEDA TECNICA

Attori  : 2 

Durata dello spettacolo : 60 minuti

Numero di spettatori : In base alla capienza

Spazio scenico : palco o pedana rialzata a partire da dimensioni minime di 5 mt x 5 mt

Scenografia : Lo spettacolo è minimalista, si utilizzerà un piccolo fondale e 4 sedie

Illuminazione minima : N° 8 PC da 500 KW

Tempo di montaggio : 60 minuti

Tempo di smontaggio : 30 minuti

Contatti  LACITIGNOLA DARIO

Via G.Carducci,55 72017  Ostuni (BR) Cell. 347-5986360. 

Canto errante di un uomo flessibile

Spettacolo teatrale 2016    genere: teatro comico surreale 

di Tommaso  Urselli regia di D. Lacitignola con Antonella Colucci, Giuseppe Nacci e Dario Lacitignola  una Produzione “Folletti e Folli”

“Al giorno d’oggi bisogna essere duttili, flessibili, diversificati”, così il protagonista di “Canto errante di un uomo flessibile” afferma all’interno di questa opera teatrale divertente ed intensa. Una narrazione per quadri in cui persone, tempi e luoghi del lavoro si rincorrono e si sovrappongono a quelli della vita. 

Mimmo Stimolo, un giovane meridionale di belle speranze, arriva a Milano con una scorta di esperienze, ricordi, usi, abitudini, amori… disposto anche a cambiare e a sacrificarsi pur di trovare un lavoro ed una casa. In un susseguirsi di situazioni reali e surreali, ironiche e a tratti sottilmente malinconiche, il personaggio vive all’interno di luoghi altrettanto flessibili. Intorno a lui figure che costituiscono una sorta di mosaico narrativo che si compone e decompone nella storia, vissuta e raccontata sempre in bilico tra profonde riflessioni esistenziali e semplice istinto di sopravvivenza.

Mimmo Stimolo, interpretato da Giuseppe Nacci, offre una visione vivace e sensibile, ricca di molteplici tonalità e sfumature. I personaggi che ruotano intorno a lui, interpretati da Antonella Colucci e Dario Lacitignola, rappresentano “tipi umani”, evidenziando una versatilità che contribuisce a completare un affresco vario e significativo. La regia, curata dallo stesso Dario Lacitignola, presenta una fresca dinamicità attraverso una visione personale di piani narrativi e scenici che si integrano con la vicenda, rispettando comunque il testo originale. La vita di Mimmo, sospesa tra delusioni e sogni, oscilla tra situazioni reali-irreali e momenti di gustosa leggerezza: gli episodi scavano nella vita e nella psicologia del personaggio che agisce e reagisce alle circostanze in modo sempre originale, fino a condurre lo spettatore verso un finale inaspettato.

 

Il testo di Tommaso Urselli, autore contemporaneo molto apprezzato, è stato presentato per la prima volta nel 2006 presso il Teatro Litta di Milano e la Scuola d’Arte Drammatica Paolo Grassi; è tra i vincitori della III edizione del Premio Fersen per la drammaturgia contemporanea, pubblicato per Editoria&Spettacolo, e segnalato al Premio di drammaturgia DCQ; attualissimo, conquista per l’ironia che induce a riflettere e dà vita a situazioni dissacranti, nelle quali anche l’apparente banalità della vita quotidiana acquista una particolare forza espressiva.

Tommaso Urselli è nato a Taranto e vive a Milano. Tra gli altri suoi testi teatrali rappresentati e pubblicati: Un vecchio gioco (segnalazione Premio Fersen Piccolo Teatro di Milano), produz. Scena Nuda, 2016; Boccaperta (pubblicato per La Mongolfiera Ed.), produz. Teatro Periferico, 2016; Mai nate (La Mongolfiera Ed.), produz. Teatro Periferico, 2015;  Ipazia. La nota più alta (pubblicato per Sedizioni), produz. PactaDeiTeatri, 2012; Il Tiglio. Foto di famiglia senza madre, (premio Borrello, premio Fersen, pubblicato su n. 727 di Sipario, in volume e in e-book), Festival Castel dei Mondi, 2011; In-equilibrio, Festival Connections Teatro Litta, 2010; Esercizi di distruzione. L’importanza di chiamarsi Erostrato (pubblicato su n. 758 di  Sipario e in volume per Ed. Corsare), Teatro Litta, 2009; Voci dalla  città (La Mongolfiera Editrice). Sito web: tommasourselli.wordpress.com

Il testo di particolare attualità e valore civile per lo spiccato orientamento alle problematiche del lavoro e alle sue ripercussioni sociali fonde i caratteri del teatro di narrazione con tematiche di riscatto e denuncia.                                                    

TEATRO.IT

Un testo divertente, anche se amaro, con escursioni nel genere del cabaret, sulle peripezie di un giovane che cerca di farsi strada in una società di approssimative ambiguità aderendo alla parola d’ordina della “flessibilità”.

Premio Fersen 2006

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Notizie per Otto

Spettacolo teatrale 2016    genere: teatro comico surreale 

Notizie per Otto è composto da due monologhi, che raccontano pezzi di vita, stati d’animo, delusioni e alterni sentimenti che coinvolgono lo spettatore su vicende che non ha vissuto, ma di cui si sente parte.

Con Davide Semeraro e Dario Lacitignola 

Regia di Dario Lacitignola. Produzione Folletti e Folli

​I due monologhi raccontano pezzi di vita, stati d’animo, delusioni e alterni sentimenti che coinvolgono lo spettatore su vicende che non ha vissuto, ma di cui si sente parte.

La regia di Dario Lacitignola dà forza all’espressione scenica attraverso una rappresentazione che passa da un personaggio all’altro con continuità: due mondi diversi, due generazioni diverse. I protagonisti si muovono con lo sguardo ora distaccato, disincantato e semplice del giovane interprete del primo monologo, attore Davide Semeraro, il quale interpreta il ruolo di un ragazzo educato alla vita e alla sessualità da genitori libertini, anni 70, che gli inculcano un’educazione al sesso libero e ginnico, priva di sentimenti: “…effusioni e tenerezze acuiscono la sensibilità, indebolendo il carattere…”.
Illuso, turbato e cinico è il protagonista del secondo monologo, interpretato dall’attore e regista Dario Lacitignola, il quale si cale nel ruolo di un attore prestante e squattrinato in attesa della sua grande occasione, viene così delineato un quadro della vita dell’attore dei nostri tempi, tra alterni sentimenti ed emozioni, illusioni e cinismo artistico che rendono bene la realtà attuale.
La essenzialità della messa in scena sottolinea la carica espressiva ed emotiva degli attori, a cui non manca il gusto per il divertimento e il grottesco, attraverso la sottile arte dell’ironia. I personaggi fremono anche se appaiono calmi ed hanno il coraggio di mettersi a nudo per mezzo di una rappresentazione attuale, amara e divertente. Info follettiefolli@gmail.com 347/5986360 

La Metamorfosi

Spettacolo teatrale 2016    genere: teatro grottesco

“ La Metamorfosi ”

Di e con Peter Speedwell Regia di Dario Lacitignola e Peter Speedwell

Produzione "Folletti e Folli” Ostuni

Sinossi : La metamorfosi è un racconto lungo di Franz Kafka scritto nel 1912 , tratta la storia di un uomo, Gregor Samsa, che una mattina si sveglia e scopre di aver assunto le fattezze di uno scarafaggio. Il testo mette in risalto l’allegoria e l’alienazione dell’uomo moderno all’interno della famiglia e della società, che si traduce nella paura del “diverso” e nell’incomunicabilità con i propri simili. Il racconto è anche un ottimo esempio della poetica e della visione del mondo di Kafka, in cui il destino dell’esistenza individuale è in mano a forze inconoscibili, che operano in maniera assurda e imperscrutabile sulla vita degli uomini. La Metamorfosi è la metafora della denuncia dell’oppressione delle regole sociali sull’individuo, che viene schiacciato e spersonalizzato dalle imposizioni esterne da un lato e dell’altro lato, un apologo sull’impossibilità di comunicazione tra esseri umani, in particolar modo negli ambienti familiari, simboleggiati dai luoghi chiusi ed asfittici in cui si svolge tutta la vicenda.La metamorfosi diventa così la chiave di lettura dei mali dell’uomo contemporaneo.

" Io non posso soprevviverti "

Liberamente dal testo "Anna Cappelli" di Annibale Ruccello

con Alessandra Loparco Regia di Dario Lacitignola. 

Anna Cappelli, ovvero teorema di una solitudine.

Potrebbe essere questo, compendiato in tre parole, il senso dello spettacolo “Io non posso sopravviverti”, liberamente tratto dal testo teatrale “Anna Cappelli” di Annibale Ruccello. La pièce teatrale racconta la discesa agli inferi della mente di una donna che si confronta, suo malgrado, con il disamore e con la solitudine. Interpretato da Alessandra Loparco, che incarnare senza esitazioni la tragedia individuale di una donna

delusa e ossessionata da un amore squilibrato, la regia di Dario Lacitignola,  rende lo spettacolo un monologo polifonico ricco di sfaccettature, in cui ironia e dramma vanno costantemente a braccetto.

La storia di Anna Cappelli racconta l’addolorato fallimento della storia d’amore di una donna di provincia, che crede di trovare nell’uomo con cui va a convivere l’affetto sincero che cercava, trovandosi invece di fronte un uomo arido che, dopo averla sfruttata, le riserva il benservito. A quel punto scatta in lei la lucida follia di chi, pur di non perdere la persona amata, arriva ad architettare una soluzione estrema e parossistica.

sinssi di Antonelle Greco.

 

Nominativo per comunicazioni LACITIGNOLA DARIO

Via G.Carducci,55 72017  Ostuni (BR) Cell. 347-5986360. 

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"La nostra Foresta"

Liberamente dal testo "La chiave dell'ascensore" della scrittrice ungherese Agota Kristòf.

Con Antonella Colucci, Dario Lacitignola; danzatori Mariana Zizzi/Elena Sansonetti e Pasquale D’amico; musiche originali di Giorgio Albanese; consulenza musicale di Riccardo Rodio; registrazioni Nicola Farina; i costumi di Grazia Semerano, la scenografia di Dario Lacitignola e Antonella Nacci, la collaborazione tecnica di Piero Putignano. Regia di Dario Lacitignola.

La Produzione “Folletti e Folli”.

L’opera, tratta liberamente dall’omonimo testo della scrittrice ungherese Agota Kristòf (tra i maggiori esponenti della letteratura francofona ) mette a nudo, in modo non convenzionale, la triste condizione femminile in un contesto inverosimile ma fortemente attuale, dove la donna idealizza l’amore per  l’uomo accettando ed assecondando la sua ossessionante protezione.

La versione inedita ed originale,  è caratterizzata da elementi quali: il sogno, la favola, l’ironia, l’humor nero; la drammaticità viene sostenuta da una danza simbolica ed evocatrice, mentre la scelta delle musiche, conduce lo spettatore fuori dagli schemi di tipo ritmico-scenico, rendendo la rappresentazione profonda ma al tempo stesso leggera e portando lo stesso ad una riflessione e discussione sui rapporti uomo-domma.

Video promo:

https://www.youtube.com/watch?v=ce7WIyLxVgE&feature=youtu.be

 

https://www.youtube.com/watch?v=1B05x2ThYUI

 

la nostra foresta - Folletti e Folli Ostuni
la nostra foresta folletti e folli Ostuni

 " Voci "voci da un Manicomio

" Voci " con Piero Putignano e Dario Lacitignola una Produzione Teatro Folletti e Folli.

Le voci di quotidiani pensieri che diventano ossessioni, pensieri che diventano assordanti silenzi, paure, realtà di un passato e di un quotidiano ancora troppo ignorato volutamente. Una visita nei luoghi nei quali non vorremmo mai trovarci.Un primo studio di uno spettacolo in evoluzione spunti di riflessioni e ricerche allo stato primordiale. 

Scheda tecnica

Durata    45 minuti

Io spettacolo può essere montato in maniera molte semplici. Ci vuole un spazio 4 m per 5 m per il palcoscenico.

In un spazio attrezzato per teatro avremo bisogno di  6 fari x 1000 w.

In uno spazio non normalmente utilizzato per teatro avremo bisogno di 4 fari x 1000w e un modo di fissarli (al muro o con pali rigidi).

Voci folletti e folli Ostuni
Voci folletti e folli Ostuni

"La Confessione"

-Storia di Carmine Donatelli Crocco-

Scritto da Massimo Zaccaria e Dario Lacitignola.

Con Massimo Zaccaria

Regia Dario Lacitignola

Una produzione  Folletti e Folli – Le nove muse

 

Carmine Donatelli Crocco nei suoi ultimi giorni in carcere cerca la espiazione delle sue colpe e inizia un dialogo- confessione con la madre; da questo ne scaturisce un viaggio a ritroso dall’infanzia all’incarcerazione, passando tumultuosamente e vigorosamente nelle fasi della sua vita. Un viaggio tra storia personale e realtà storica alla ricerca delle cause della nascita del brigantaggio.

Storia e motivazione

In ricorrenza del 150° anniversario dell’Unità d’Italia ci siamo chiesti, cosa un meridionale dovrebbe festeggiare? La nostra non è una domanda provocatoria, ma nasce da una analisi approfondita di quel processo che culminò, con l’Unità d’ Italia e che viene indicato col nome di Risorgimento. Prima di festeggiare quindi sentiamo più il bisogno di commemorare la fine di una Nazione e di un popolo, ancora in cerca di giustizia e verità e se, il rivedere sotto un’ottica diversa, quella dei vinti appunto, determinate fasi della colonizzazione del Sud possa ridare un minimo di giustizia a chi ci rimise la vita e nel contempo risvegliare oggi, un minimo di orgoglio in quello che un tempo fu un popolo libero, avremo certamente messo a segno un bel punto sia per la verità storica, sia per una presa di coscienza sui fatti, che tanto hanno poi pesato nello sfruttamento del Sud.

Giovanni Tanzarella

Scheda tecnica

 Durata    45 minuti

Io spettacolo può essere montato in maniera molte semplici. Ci vuole un spazio 4 m per 5 m per il palcoscenico.

In un spazio attrezzato per teatro avremo bisogno di  6 fari x 1000 w.

In uno spazio non normalmente utilizzato per teatro avremo bisogno di 4 fari x 1000w e un modo di fissarli (al muro o con pali rigidi).

La Confessione folletti e folli Ostuni
La Confessione folletti e folli Ostuni
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